giovedì 19 gennaio 2017

INValSI INValNO

Ogni anno, a gennaio, arrivano le circolari relative alle prove INValSI.

L'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione ha reso pubblico il calendario delle prove 2017, che inizieranno a maggio e si concluderanno a giugno (con la prova dell'esame di Stato di 3a media), e le novità per il 2018:
- per la 5a primaria l'introduzione di una nuova rilevazione relativa all'apprendimento dell'inglese;
- per la 3a media l'eliminazione delle prove nazionali di italiano e matematica all'interno dell’esame di Stato: le prove (con l'aggiunta della rilevazione delle competenze in inglese) saranno effettuate durante l’anno scolastico e costituiranno un requisito obbligatorio per l'ammissione all’esame;
- per le superiori viene introdotta una nuova prova (italiano, matematica ed inglese) per le classi quinte, anche in questo caso come requisito per l'ammissione all'esame di maturità.

Che cosa cambia per l'insegnamento della grammatica?
Facciamo un passo indietro: alle tanto discusse (da insegnanti che boicottano e genitori/studenti che disertano) prove INValSI va riconosciuto il merito di aver rivalutato le competenze grammaticali, che a partire dalla terza media sono oggetto di domande apposite nella seconda parte della prova di Italiano.
D'altra parte, le statistiche elaborate a partire dai dati dei questionari hanno permesso di mettere in luce disparità nelle prestazioni medie, legate non solo al tipo di scuola (es. licei, tecnici, professionali), ma alla distribuzione geografica (sopra la media nord-ovest e nord-est, centro nella media, sud al di sotto della media nazionale; con un gap nord-sud con che si accentua dalla scuola primaria alla secondaria), al genere di appartenenza, alla nazionalità ecc.

Le prove poi, per il modo in cui sono formulate, non si limitano a sondare la capacità delle/gli studenti di riconoscere forme e strutture della lingua (secondo le pratiche tradizionali dell'analisi logica e grammaticale), ma tendono a riconfigurare il sapere grammaticale in termini di sapere problematico. La lingua diventa cioè un oggetto su cui ragionare ed esercitare la capacità di analisi e manipolazione, oltre che di riconoscimento e categorizzazione delle strutture.
Se si legge del resto l'ultimo Quadro di riferimento della prova di italiano (2013) per la scuola dell'obbligo, si capisce quanto il gruppo di lavoro abbia a cuore la sensibilizzazione delle/gli insegnanti a un modo nuovo di fare grammatica: consapevole, riflessivo, attivo.

"Nella formulazione dei quesiti di grammatica si mira, più che a misurare la capacità di memorizzare, riconoscere e denominare classi e sotto-classi di elementi, ovvero di operare una categorizzazione astratta e fine a se stessa, a privilegiare la capacità di operare analisi di tipo funzionale e formale, in particolare di:
• osservare i dati linguistici e mettere a fuoco fenomeni grammaticali anche nuovi rispetto alle consuete pratiche didattiche;
• ragionare sui dati offerti - possono essere parole, frasi, brevi testi - per confrontarli, scoprirne le relazioni, le simmetrie e le dissimmetrie, risalire alle regolarità; 

• ricorrere alla propria competenza linguistica implicita per integrare frasi e per risolvere casi, anche problematici, proposti alla riflessione;
• descrivere i fenomeni grammaticali;
• accedere a un approccio ai fatti di lingua (pre)scientifico piuttosto che normativo."
 (p. 10)


Pur non privilegiando un modello teorico rispetto ad altri, le prove INValSI introducono "alcuni dei contenuti innovativi più assodati nel mondo della ricerca", introdotti con una terminologia semplice e intuitiva che dovrebbe mettere tutti gli studenti in grado di capire le domande e di rispondervi.
Troviamo così, tra i quesiti, alcuni che rimandano implicitamente alla grammatica valenziale.
Si vedano gli esempi seguenti, tratti rispettivamente dalla prova 2011-2012 per la 5a primaria (C7) e dalla prova 2012-2013 per la 3a media (C4), che chiedono di individuare le frasi "complete", cioè quelle in cui il verbo è accompagnato da tutti i suoi argomenti.


C7. Indica quali delle seguenti espressioni sono già frasi complete e corrette e quali hanno bisogno di essere completate.

a) La mamma mise
b) Il gatto dorme
c) Il bambino piange
d) Giovanni abitava


C4. Quale delle frasi seguenti è completa, cioè contiene tutte le informazioni richieste dal verbo “regalare”?

A. I nonni di Anna hanno regalato un telefonino
B. I nonni hanno regalato un telefonino alla nipote
C. I nonni hanno regalato l’ultimo modello di telefonino
D. I nonni hanno regalato ad Anna, la loro nipote



Più in generale, l'abitudine al ragionamento che il modello valenziale incoraggia e le tipologie di esercizi che promuove (di scomposizione e manipolazione delle strutture, oltre che di riconoscimento e classificazione) sviluppano naturalmente le competenze grammaticali (intese come capacità di servirsi della lingua), nonché la sicurezza e la motivazione delle/gli studenti, con ottime ricadute anche sulle prove.

Consultando poi l'archivio interattivo delle prove INValSI, anche la preoccupazione dei docenti sulla presunta necessità di "studiare i complementi" ai fini delle prove viene dissolta: la tendenza ad alleggerire la terminologia grammaticale esplicita (limitata ai concetti più noti e assodati) ha finito infatti per spazzare via i vari complementi dalle domande.

Dal prossimo anno, oltre che nel biennio delle scuole superiori, le competenze grammaticali saranno rilevate anche nel quinto anno: sarà dunque necessario ripensare la didattica dell'italiano nel triennio, in modo da mantenere viva la riflessione grammaticale (finora marginalizzata, se non accantonata, a vantaggio della storia letteraria), più che rispolverarla per l'occasione.  Da questo punto di vista, l'aggancio che la grammatica valenziale offre con l'analisi dei testi (letterari e non) può rivelarsi un ottimo strumento - sicuramente migliore rispetto alla grammatica nozionale - per tenere in allenamento il muscolo grammaticale.

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